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Giannettino Doria, cardinale della Corona spagnola, incarna il profilo internazionale tipico di un ecclesiastico diviso tra plurime lealtà politiche, nel contesto delle trasformazioni che tra XVI e XVII secolo coinvolsero la Monarquía católica degli Asburgo e la Santa Sede. Il libro ne ricostruisce le origini genovesi, l'orgogliosa appartenenza familiare, la lunga formazione spagnola e le complesse negoziazioni della promozione cardinalizia, per poi illuminare le relazioni di potere, le frustrate ambizioni di carriera nella Curia romana e le scelte politiche e pastorali, improntate a una gelosa difesa della sua reputazione e giurisdizione, che scandirono la sua seconda vita in Sicilia come arcivescovo di Palermo e viceré ad interim. Dall'analisi di un'ampia geografia di fonti emerge una figura assai più complessa rispetto alle ricostruzioni agiografiche finora prevalenti, legate al suo protagonismo nell'invenzione del culto di Santa Rosalia e nella liberazione dalla peste del 1624.